MIAMI – Un disegno di legge perché i rappresentanti del Congresso possano visitare le strutture che ospitano i rifugiati senza dover dare un preavviso di due settimane. E’ l’impegno che si è preso il senatore democratico Bill Nelson dopo che la scorsa settimana è stato tenuto fuori assieme alla deputata Wasserman Schultz da uno di questi centri, a Homestead, per poi esservi accolto tre giorni dopo. «Poche ore di preavviso dovrebbero essere sufficienti – ha detto – è giusto che chi siede in parlamento possa visitare questi posti in modo tempestivo».

Quella dello scorso fine settimana è stata solo una tappa del tour per tutta la Florida di strutture del genere dove sono ospitati bambini migranti che in questo momento sono separati dai propri genitori. Una situazione difficile in cui si trovano attualmente 2300 ragazzi in tutto lo Stato. In particolare a Homestead ce ne sono oltre 1000 tra i 13 e i 17 anni, provenienti da El Salvador, Guatemala e Honduras, che vivono nei dormitori in attesa di riunirsi con le loro famiglie o di essere affidati a una famiglia americana che possa dare loro un visto. Di questi, circa 70 non sono ancora riusciti a parlare al telefono con i loro genitori e in questo momento si sta studiando la possibilità di come ricongiungerli. Gli altri invece ricevono un paio di telefonate di dieci minuti alla settimana dai loro parenti, mentre dal lunedì al venerdì il personale della struttura è al lavoro per cercare di riunire i nuclei familiari. «Non riesco a capire perché la prima volta non siamo riusciti a entrare a Homestead – prosegue Wasserman Schultz manifestando i suoi timori –. E’ una struttura tipo caserma ma pulita e in ordine. Gli ospiti sembrano felici nonostante la loro situazione. Ciò che mi preoccupa è il fatto che siano separati dai genitori. I bambini infatti sono curati dall’Health and Human Service mentre gli adulti dall’Homeland Security, dipartimenti che finiscono per non collaborare mai insieme».

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