Andrea Ferrari, a destra, Direttore dell’ITA, con Daniele d’Eustachio, funzionario del settore marketing

Che senso ha per le industrie italiane del settore nautico attraversare un oceano per esporre i propri prodotti? Al Boat Show di Fort Lauderdale abbiamo avuto l’opportunità di parlare con gli espositori italiani presenti, e tastare il polso alla nautica da diporto italiana, considerata un’eccellenza negli States e nel mondo, non soltanto nella nicchia dei mega-yacht full custom, ma anche nella componentistica tecnica e di arredo e nelle barche di medie dimensioni, sempre più apprezzate dal mercato americano. Ad introdurci in questa materia è stato il Direttore dell’Ufficio di Miami dell’Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane (ICE), negli Stati Uniti chiamata ITA (Italian Trade Agency), Andrea Ferrari. Lo abbiamo incontrato presso lo stand italiano al Superyacht Pavillion, vetrina della maggior parte degli espositori di componentistica presenti. Questa scelta, ci ha spiegato, rientra nella strategia scelta dalle piccole e medie imprese italiane per potersi sviluppare in un mercato, quello americano, che ha strutture di marketing e tempi di risposta alla domanda che sono ben diversi da quelli italiani, e che, senza l’appoggio ed il sostegno delle Istituzioni e delle Agenzie per lo sviluppo e l’internazionalizzazione, non riuscirebbero a raggiungere da sole il livello commerciale necessario per poter competere con i concorrenti americani ed europei.

Azimut

Il prodotto italiano è ricercato dal mercato americano soprattutto perché l’Italia riesce a coniugare valore estetico e funzionale, in un campo, quello della nautica, dove il valore estetico delle forme e dei materiali viene spesso trascurato, soprattutto dagli stessi produttori americani. In America si comprano sempre più barche, l’Italia è il secondo esportatore negli stati uniti ed a livello mondiale. Una buona parte delle transazioni commerciali che riguardano Yachts di grandi dimensioni di produzione italiana, avvengono sul mercato americano, specialmente in Florida. Ma qual è il segreto del nostro successo all’estero? Nella fascia dei superyacht di lusso abbiamo chiesto a rappresentanti di Fincantieri Yacht, Palumbo, Rossinavi, di raccontarci cosa rendeva le loro barche così apprezzate rispetto alla concorrenza nord europea, soprattutto tedesca. È emerso che la flessibilità nel concedere varianti di progetto e l’attenzione alle esigenze ed ai gusti del cliente sono i fattori chiave per quanto riguarda le barche sopra i 60/80 metri. Per quanto riguarda la fascia media, dai 40 metri in giù, la stessa domanda l’abbiamo posta a Ferretti e Azimut.

 In questo caso, la flessibilità dei prodotti stessi, per poter incontrare il gusto del pubblico americano senza tuttavia snaturare il fascino estetico e la qualità italiani, sono ciò che più attrae gli acquirenti. Il mercato americano è in crescita, ed in alcuni casi assorbe fino al 45% della produzione totale. Per i produttori di componentistica, invece, raccolti sotto l’egida dell’ITA, la ricerca costante e la qualità superiore al prodotto americano equivalente sono il quid che li rendono appetibili. Le esportazioni in questo caso variano di molto, il mercato americano assorbe dal 20 al 60 percento dei prodotti. Nel caso delle percentuali vendute in Italia tuttavia, il prodotto viene realizzato per natanti che nella quasi totalità vengono poi venduti sul mercato estero, principalmente americano. Questo, unito al successo che i nostri natanti riscuotono “solo per il fatto di essere Made in Italy”, come in molti ci hanno confessato, permette alla nautica di essere uno dei settori trainanti della nostra economia, cercando sempre nuove strade per implementare una qualità già eccellente.

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