“Crediamo che il valore approssimativo del danno causato da Irma sia di $100 miliardi, uno degli uragani più costosi di tutti i tempi. Questo ammontare rappresenterebbe lo 0,5% del PIL Americano che assomma a $19 trilioni” afferma Chad Myers, della CNN, aggiungendo inoltre che con l’uragano Harvey che ha flagellato il Texas, con un valore stimato di circa $190 milioni, è la catastrofe meteorologica più costosa nella storia degli Stati Uniti d’America, e rappresenterebbe in altre parole l’1% del PIL”.
Secondo Myers le spese economiche, sono così elevate poiché includeranno spese dovute ad interruzione del business, aumento delle rate di disoccupazione, danni ad infrastrutture, perdite di raccolti, danni a proprietà, aumenti del costo del carburante, dovuto chiaramente all’emergenza evacuazione. Milioni di persone hanno infatti lasciato la Florida tra mercoledì e sabato scorso, venendo colpiti da costi notevoli, tutto ciò va proiettato considerando il fatto che le assicurazioni non saranno in grado di coprire completamente i costi, e questo andrà a pesare ulteriormente sulle finanze personali della popolazione.
Ma il denaro non è l’unico problema che occorre: momentaneamente infatti le zone colpite dall’odissea floridita si trovano dinnanzi alla perdita di cinque persone, incluso un vice-sceriffo; 27, per ora, i deceduti nei Caraibi e più di 4 milioni le persone rimaste senza corrente. Molte città hanno avuto la necessità di fissare un coprifuoco militare per salvaguardarsi da ulteriori perdite. Il problema dell’ elettricità si espande in altre zone colpite dal disastro, come la Georgia, dove più di 73.000 individui hanno dovuto convivere con la mancanza di energia.
Secondo il Centro Nazionale Uragani (National Hurricane Center), ci si aspetta che la tempesta correlata all’Uragano Irma rimanga nelle zone dell’entroterra floridita, per poi spostarsi più a nord e a ovest verso la Georgia, l’Alabama e il Tennessee, dove il peggio sarà ormai passato.