Nel mese di settembre u.s., la società “International Realty” di Kuper Sotheby, una società di intermediazione immobiliare in Texas, ha annunciato il completamento della prima vendita immobiliare con il Bitcoin! In un’intervista, Sheryl Lowe, socio della “International Realty” racconta di esser rimasto stupito per la velocità di compravendita: è stata inaspettatamente fluida ed è stata completata in circa 10 minuti. La portata storica dell’evento in se, cioè di una transazione reale come una compravendita immobiliare in cui si accetta metodi di pagamento “virtuali“, ha fatto si che si diffondesse macchia d’olio, anche da altri intermediari. Dopo solo un paio di mesi, anche a Miami i principali gruppi immobiliari sembrano mostrare interesse ad accettare queste criptovalute come metodo di pagamento alternativo. 

Come avevamo segnalato nello scorso articolo, fin dalla sua uscita, il Bitcoin come moneta elettronica è stato al centro di un annoso dibattito proprio per la sua mancanza di autoregolamentazione, la mancanza di aver fissato alcuni principi sul suo funzionamento prima della sua immessa sul mercato. Tale caratteristica ha permesso tuttavia a questo titolo di mantenere un’alta volatilità oltre che al prezzo di rimanere relativamente il medesimo in tutto il mondo. Per meglio comprendere la portata di questo cambiamento epocale, occorre pensare al mercato di Miami come un mercato a cui si rivolgono spesso acquirenti internazionali, che di fatto rappresentano una quota significativa. Ecco perché quasi tutte le società di intermediazione immobiliare permettono alla loro clientela di beneficiare dell’uso di criptovalute come metodo di pagamento, questo fluidifica e semplifica le transazioni immobiliari.

Dopotutto, l’aver lanciato i Future su una moneta in così forte espansione, prevede di ottenere, nella lungo periodo del titolo, l’eliminazione dei problemi di conversione delle valute normalmente riscontrati nelle transazioni tra acquirenti di diversi stati. Significa per semplificare, usare una moneta “unica” quando si parla di transazioni immobiliari internazionali. Secondo gli esperti, permangono tuttavia alcuni aspetti su cui riflettere. Uno fra tutto è la modalità anonima utilizzata dal compratore, attraverso l’uso di Bitcoin o Ethereum; è proprio per questo motivo che si osserverà un aumento significativo nel breve periodo, di questo canale di pagamento tale da soppiantare i canali tradizionali, a meno che non si decida di  regolamentarne l’utilizzo. Altro problema è quello relativo alla mancanza di apposizione di garanzie.

 C’è tutta una serie di responsabilità che le criptovalute non riescono a fornire, mentre le banche tradizionali sono riuscite a farlo per decenni, basti pensare ad un servizio di deposito a garanzia presso un qualsiasi istituto di credito. Ed infine, non meno. Importante è il fatto dell’estrema volatilità di questa moneta, che come precedentemente spiegato, avendo subito dei balzi molto alti, ingenera un pensiero di sospetto di bolla speculativa. Si ricorda come, solo nel 2017, la moneta virtuale Bitcoin ha subito un rialzo del 1500%, mentre nello stesso arco di tempo, Ethereum è diventata la seconda più grande criptovaluta per capitalizzazione di mercato. Un’oscillazione dei prezzi così alta, rende comprensibile la scelta di molte persone di non voler associare ad questa moneta un acquisto immobiliare. Gli agenti del settore a Miami tuttavia sembrano positivi riguardo all’aumento del tasso di adozione di criptovalute nel loro mercato immobiliare.

Secondo loro, dato che l’uso delle valute digitali non è vietato negli Stati Uniti, l’andamento delle compravendite di case di lusso potrebbe aumentare già nel breve periodo, consentendone l’ingresso anche a quei soggetti, che ad esempio, preferiscono mantenere l’anonimato. Sebbene logisticamente impegnativi da elaborare, gli agenti immobiliari, come la maggior parte degli altri fautori delle criptovalute, credono che laddove esista la domanda, creando un mezzo alternativo per unire quella domanda all’offerta, si possa trovare una sua regolamentazione per stabilizzarne e diffonderne l’uso a tutti i soggetti interessati. 

 

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