Due cittadini italiani si trovano attualmente trattenuti nel centro per migranti situato nella zona delle Everglades, noto con il soprannome di “Alligator Alcatraz”. Si tratta di Fernando Eduardo Artese, 63 anni, e Gaetano Cateno Mirabella Costa, 45 anni.

Artese, con doppia cittadinanza italo-argentina, è stato fermato lo scorso 25 giugno mentre viaggiava a bordo di un camper con la figlia. Risiedeva negli Stati Uniti da anni tramite il programma Visa Waiver (Esta). A seguito di un controllo e della presenza di un mandato di arresto per guida senza patente, è stato trasferito presso la struttura di detenzione temporanea.

Mirabella Costa, originario di Taormina, era stato arrestato lo scorso gennaio per reati minori. Dopo aver scontato sei mesi di pena, è stato trasferito al centro delle Everglades all’inizio di luglio.

Il centro, operativo da inizio mese, è stato realizzato all’interno di una ex zona aeroportuale a ovest di Miami, ed è stato progettato per ospitare alcune migliaia di persone in attesa di chiarimenti sulla propria posizione migratoria.

Secondo alcune testimonianze, i detenuti vivono in spazi condivisi e in condizioni climatiche difficili, soprattutto per il forte caldo estivo e l’umidità della zona. Le autorità italiane stanno seguendo da vicino la situazione, mantenendo contatti costanti con i connazionali trattenuti e con le autorità statunitensi competenti.

La posizione della sindaca di Miami-Dade
Già prima dell’apertura del centro, la sindaca della contea di Miami-Dade, Daniella Levine Cava, aveva espresso alcune riserve sulla struttura, sottolineando la necessità di garantire condizioni adeguate per tutte le persone coinvolte. Ha inoltre richiesto l’accesso al sito per osservatori indipendenti e aggiornamenti regolari sul trattamento dei detenuti.

Una vicenda in evoluzione
Il Consolato Generale d’Italia a Miami sta monitorando da vicino la situazione ed è impegnato a garantire il rispetto dei diritti dei cittadini italiani coinvolti. L’auspicio è che si possa giungere in tempi brevi a una soluzione che permetta il loro rimpatrio o la regolarizzazione della loro posizione. Nel frattempo, l’attenzione pubblica resta alta e la vicenda continua a far discutere anche a livello locale.

 

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