Miami, Florida, Stati Uniti (AP Photo/Wilfredo Lee)

Il passaggio dell’Uragano Irma termina in Tennessee, dove si dissolve, lasciando alle sue spalle un altro uragano (in arrivo dall’oceano che si chiama José a circa mille km dalla Florida) una cinquantina di morti, 37 solo nei Caraibi e circa 10 persone scomparse nel sud est degli Stati Uniti. I danni stimati, per ora, dagli esperti di assicurazioni ammontano a 50 miliardi di dollari, meno rispetto a quelli preventivati che ammontavano secondo delle prime stime a circa 150-200, rimanendo tuttavia uno dei cinque più pericolosi della storia degli USA. Iniziano a farsi sentire anche le polemiche relative ai cambiamenti climatici che, soprattutto quelle zone colpite risentono negli ultimi 20 anni, ma che ancora l’amministrazione centrale, in particolar modo questa del Presidente Trump, ignora.

Miami, Florida, Stati Uniti
(AP Photo/Alan Diaz)

Parte delle popolazioni che hanno subito la sua furia devastatrice, tornano lentamente e non senza difficoltà a vivere nelle loro case, quelle che sono rimaste in piedi, cominciando a fare i conti con le prime difficoltà: si parla di cortocircuiti fatali essendoci ancora cavi scoperti, zone di ristagno d’acqua, umidità, per non parlare poi del rischio di infezioni, inquinamento dell’ambiente, carenza di cibo, acqua e medicinali. Altro problema da affrontare è la scarsità di benzina dovuto alla mancanza di rifornimenti per giorni di gran parte del Sud della Florida. In tutto questo la gran parte della popolazione non ha elettricità. Lo stato più colpito come si erano immaginati gli ingegneri e i meteorologi della protezione civile è la Florida, che ha subìto il più grande esodo della storia moderna americana: si parla di una evacuazione di oltre 6,5 milioni di persone; dunque oltre al problema del ripristino della civiltà in alcune zone, si parla in questi giorni del più grande blackout mai registrato: 5,5 milioni di utenti sono rimasti senza luce, con l’impossibilità di usare condizionatori, frigoriferi, forni, lavatrici, sistemi di monitoraggio, allarmi e ogni altro tipo di dispositivo elettrodomestici.

Naples, Florida, Stati Uniti
(AP Photo/David Goldman)

Un numero, quello degli utenti senza corrente elettrica, che sale a 7 milioni se si calcolano anche gli altri Stati investiti da Irma cioè lo Stato della Georgia, del Sud Carolina e dell’Alabama. Queste sono le emergenza principali con cui dovranno confrontarsi popolazione e autorità, potrebbero servire settimane prima di ripristinare la rete delle principali forniture di energia gas e luce. Il bilancio più grave di danni e vittime riguarda tuttavia i Caraibi, dove è appena atterrato il Presidente della Repubblica Francese Emmanuel Macron, che si è diretto prima a Guadalupa e poi alle isole di Saint-Martin e Saint-Barth in cui si contano 11 morti, centinaia di feriti e un numero altissimo di dispersi. La visità ha come obiettivo quello di rinsaldare i rapporti con i protettorati francesi e di solidarietà con le popolazioni colpite, difendendo in prima persona Parigi dalle accuse di inefficienza e ritardi nei soccorsi. Il governo Francese, in una nota ufficiale dell’ufficio Stampa, ha ricordato come “si è preparato diversi giorni prima e ha messo in atto uno dei più grandi ponti aerei dalla seconda guerra mondiale nelle zone colpite dall’Uragano Irma, i soccorsi e gli aiuti umanitari stanno arrivando dal Cielo”. Anche il Presidente USA Trump è atteso in visita nei prossimi giorni alle Isole Vergini Usa.

Miami, Florida, Stati Uniti
(Joe Raedle/Getty Images)

Il Tycoon si dice soddisfatto della risposta Federale e Locale di fronte all’emergenza Irma, anche se gli effetti sono stati meno devastanti del previsto, grazie al cambio di traiettoria dell’uragano. Come se Irma avesse voluto evitare le città più grosse, scansando in parte Key West, lasciando al buio e sott’acqua Miami, passando in mezzo a Tampa e Orlando risparmiandole. In Florida i danni strutturali maggiori, ancora da quantificare, riguardano le Keys, la striscia di isole sulla punta sud, patria di Hemingway, dove oltre l’85% delle strutture è stato danneggiato, di cui il 25% è andato completamente distrutto. Le autorità hanno riaperto pochissime strade nella Contea di Monroe, invitando la popolazione che rientra alla prudenza. Gli ordini di evacuazione sono progressivamente revocati anche a Miami, dove restano però per strada detriti, fango, alberi spezzati, veicoli distrutti e la conta dei danni di parte delle attività commerciali da Downtown a Brickell, a South Beach e in alcune zone della Contea di Miami Dade.

Prossimi aggiornamenti su Buongiorno Miami.

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