Quest’anno la statuetta premia i sentimenti, con una storia vera e appassionata.Lontana dagli orpelli e dalle ostentazioni di quella Miami indissolubilmente piegata ai diktat del lusso. Niente spiagge caraibiche, nessun skyline da archistar, nessun suv per le strade. Miami è anche altro.E non si fa problemi a mostrarlo. Anzi. Così le scene del film calano la storia in un altro dove di Miami, in quartieri sconosciuti alle riviste patinate, dove i personaggi sono reali e calati in una ordinarietà quasi banale, molto lontana dall’immagine stereotipata di eccezionalità e mondanità.Barry Jenkins ha ambientato la storia del film proprio nel quartiere di Liberty City, nella Contea di Miami – Dade. Un quartiere di case popolari, dove il piccolo Chiron, protagonista della storia,cresce in mezzo al degrado.La descrizione degli ambienti e dell’atmosfera è minuziosa e particolareggiata e svela l’anima autobiografica della narrazione. I luoghi descritti nel film sono gli stessi che hanno fatto da cornice all’adolescenza di Jenkins. Stessa povertà. Stessi orizzonti finiti. La storia di Chiron è narrata in tre capitoli distinti, dedicati alle altrettanti fasi evolutive del protagonista: Chiron bambino, poi teenager e infine adulto. Tre fasi della vita interpretate magistralmente da attori di talento. Alex Hibbert, Ashoston Sanders e Trevante Rhodes. La vita di Chiron si snoda come un nastro, in un susseguirsi di immagini caledoiscopiche che sospendono la storia in un’atmosfera di ineluttabilità. Il destino sembra il marchio indelebile che segna a vita il giovane afro americano, alla disperata ricerca della propria identità. E il ferro rovente che marchierà per sempre la vita del giovane afro americano è proprio il contesto in cui si trova a vivere. Il degrado del quartiere non sarà solo lo sfondo della storia, ma avrà il ruolo centrale nella definizione della sua vita. E’ il disagio che motiverà la lotta di Chiron per la ricerca della propria identità sessuale e la propria mascolinità. E infine, proprio il disagio diventerà la molla per il riscatto sociale, per la conquista del proprio posto nel mondo.Ed è allora che appare chiaro che il vero ruolo da protagonista lo sta giocando proprio il destino, che avviluppa nelle sue trame l’inerme Chiron, al quale non rimane che assecondarne i disegni. “Per me era importante mostrare sin dall’inizio il ruolo giocato dalla comunità nella vita di Chiron.” spiega lo stesso Jenkis. E allora nel film diventa essenziale la descrizione dell’ambiente e del contesto. Ed così che nasce la preziosa narrazione di Miami, con la proposta di tagli inediti, inconsueti, un susseguirsi di camei che esaltano la seducente bellezza della città. La fotografia, implacabile sui protagonisti, si piega di fronte alla dolcezza dei luoghi, indugia in particolari di segreta bellezza, regalando visioni talvolta struggenti.

Una bellezza incantatrice, che ammalia e rapina l’attenzione per tutta la durata del film.

Perchè la vera protagonista è lei, Miami, la città unica, “diversa” dalle altre città americane. La città che avvolge e stordisce con il suo fascino misterioso. Pronta, con l’incantesimo al chiaro di luna, a diventare il destino di chi la sceglie.

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