E’ tutto vero… Non è un sogno (o incubo?)… Donald Trump è il 45° presidente americano, sconfiggendo la favorita Hillary Clinton. Anche la Florida si è tinta di rosso preferendo il tycoon alla democratica: con poco più di 100.000 voti di scarto infatti si è aggiudicato i 29 grandi elettori del sunshine state, contribuendo alla sua schiacciante vittoria. donald-trump-president-of-the-united-states-2-770x462Capitolo a parte però per la nostra amata Miami: la magic city ha votato in massa democratico con un netto 63,7% contro il 34,1% dei repubblicani. L’analisi del voto è abbastanza semplice: quello delle grandi città è stato annientato da quello delle periferie, dove il malcontento ha portato ad una grande partecipazione, cosa inusuale per la tradizione americana. Ma a cosa è dovuto questo malcontento? E’ veramente merito di Trump essere riuscito ad incanalarlo e farlo proprio, diventandone il leader? Si, ma in parte: è ormai chiaro che la vera responsabilità è da attribuire a quel partito democratico che ha scelto di  affidarsi ad una Hillary Clinton, rappresentante di quell’establishment che ha creato sin dalle primarie (o forse anche prima) una vera e propria frattura nell’elettorato del paese.

Democratic presidential candidate, Sen. Bernie Sanders, I-Vt, right, has a selfie taken with an audience member after speaking at a campaign stop at Dartmouth College, Thursday, Jan. 14, 2016, in Hanover, N.H. (AP Photo/John Minchillo)

Un Bernie Sanders avrebbe sicuramente avuto più possibilità di vittoria contro Trump: primo perché aveva un grandissimo seguito tra i giovani e secondo perché  il repubblicano non avrebbe certo potuto utilizzare la carta dell’essere un outsider, visto che Bernie lo sarebbe stato forse di più. Ma come si dice, con i se e con i ma sono buoni tutti… Il verdetto è stato scritto: i prossimi 4 anni saranno di Donald Trump. E a questo punto non possiamo fare altro che abbandonarci alla speranza: la speranza che Trump non sia così duro come è stato durante le elezioni ma aperto al dialogo con gli altri, come ha detto nel suo primo discorso da presidente. Perché la politica, quella vera, non si fa costruendo nuovi muri ma abbattendo quelli vecchi.

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