Ultimo tra i leader di governo dei Paesi del G7, il 20 Aprile il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni è stato ricevuto a Washington alla Casa Bianca dal presidente americano Donald Trump. L’incontro, in vista del prossimo summit G7 che si terrà a Taormina alla fine di maggio, è stato particolarmente cordiale.

Il momento dell’arrivo a Washington

Trump ha tenuto a sottolineare la grande bellezza dell’Italia e la sua importanza dal punto di vista culturale per la società occidentale, ribadendo gli ottimi rapporti con l’alleato a Roma e la sua importanza vitale nei rapporti con Russia e Medio Oriente. Gentiloni ha ricordato che 18 milioni di cittadini statunitensi di origine italiana ricoprono un ruolo importante nella società americana e l’ Italia è la seconda destinazione all’estero per gli studenti americani.

In politica estera, Trump ha riconosciuto il nostro ruolo-chiave al centro del Mediterraneo nella lotta al terrorismo, nell’eradicare le cellule dell’ Isis e nello stabilizzare la situazione in Libia, (che per Trump non è più di alcun interesse se non sotto l’aspetto della lotta al terrorismo), sottolineando anche che l’Italia, dopo gli USA, vanta il primato della presenza di truppe in Afghanistan ed Iraq.

L’accoglienza di Donald Trump

Gentiloni, da parte sua, ha tenuto a sottolineare che l’Italia, dietro pressante richiesta degli Usa, ha investito il 2% del Pil in attività militari in medio Oriente, e tuttavia non ha interesse ad intervenire militarmente in Siria, né questo rientra nei piani di politica estera futuri, sebbene il Nostro Paese abbia ritenuto giusta la scelta degli Usa di reagire all’uso delle armi chimiche.

Al di là di questo, Italia ed USA restano comunque su posizioni distanti per quanto riguarda l’ambiente, il TTIP (trattato commerciale USA-UE) e l’immigrazione.

Proprio riguardo al problema dei profughi, per il quale l’Italia si sta prodigando al di là delle proprie possibilità logistiche e finanziarie, Trump ha affermato che è importante mantenere “forti confini”, sottolineando che l’approccio “responsabile” su questa questione è far sì che i rifugiati “possano ritornare nei loro paesi per ricostruirli” ed aiuterà l’Europa ad essere più forte proprio per la sua posizione strategica rispetto ai flussi migratori, di prossimità alla Russia e nella lotta all’Isis.

Prossimo appuntamento quindi al G7 di Taormina, dove il presidente miliardario di New York non vede l’ora di essere, puntando nel frattempo“ad alimentare la cooperazione non solo in tema di sicurezza ma anche di scienza, commercio, sanità e tecnologia”.

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