Un nuovo incendio in un impianto chimico ha reso impossibile far proseguire l’attività dei soccorsi Il litorale di Houston a rischio esplosioni, è pieno di impianti chimici, raffinerie di petrolio e gas.

I danni che sorgono giorno dopo giorno al passaggio dell’uragano Harvey potrebbero far pensare che da un disastro naturale si possa passare a catastrofe ambientale. Un nuovo incendio ha avvolto nelle fiamme un altro container, nel tardo pomeriggio di ieri, nello stesso impianto chimico di Crosby, alle porte di Houston. Le inondazioni causate dall’uragano Harvey hanno mandato in tilt gli impianti di raffreddamento. Dall’impianto si è alzata un’altra colonna di denso fumo nero, facendo presagire nuove esplosioni. Questo il contenuto di una nota congiunta tra l’Epa, l’agenzia federale per l’ambiente, e la Commissione del Texas sulla Qualità ambientale.

Già prima di giovedì quando ha divampato il primo incendio nell’impianto chimico di Crosby, la fabbrica era stata evacuata insieme a tutta la popolazione nel raggio di 2,5 chilometri che è stata trasferita. Il non intervento questa volta sarà esclusivamente per tutelare la vita umana: giovedì quindici agenti sono stati ricoverati in ospedale, dopo aver respirato le esalazioni provocate dall’esplosione nell’impianto della Arkema, in cui la fuoriuscita dei perossidi organici (composti chimici utilizzati dalle medicine all’alimentare), aveva saturato l’aria circostante.

Altro problema da affrontare per i Funzionari del Governo e per le forze della protezione civile dello stato del Texas, è l’altissima concentrazione di impianti chimici, raffinerie di petrolio e gas sul litorale di Huston, dove secondo il National Response Center della Guardia Costiera Usa, sono state registrate già decine di telefonate per segnalare fuoriuscita di idrocarburi in mare, petrolio con il rischio di contaminare la costa.

La macchina della beneficenza tuttavia si è iniziata a mettere in moto. Da Google a Microsoft, passando dal jet set internazionale di Star come Beyoncé e Sandra Bullock, hanno effettuato cospicue donazioni per le popolazioni colpite. Il miliardario Texano Michael Dell, fondatore della Dell Technology, , nato proprio a Houston ha deciso di donare una cifra record: 36 milioni di dollari.  “Il disastro è personale per tutti quelli che sono nati in Texas”, hanno dichiarato Michael e Susan Dell, sua moglie. ” Siamo entrambi nati e cresciuti in Texas”. Anche la strada dove Dell abitava da bambino è stata sommersa dall’acqua. Colpito dalla catastrofe, il Dr. Dell, insieme al governatore del Texas, Greg Abbott, ha annunciato aver creato un fondo per la ricostruzione, “Rebuild Texas Fund”, con un ulteriore stanziamento di 17 milioni. L’obiettivo è quello di raccogliere subito 100 milioni di dollari per le vittime, per coloro che sono rimasti senza un lavoro, senza la casa. La camera di commercio di Huston stima che già oltre 113 milioni di $ sono stati donati e così pure si è mosso il Presidente degli USA Donald Trump, chiedendo al Congresso l’approvazione dello stanziamento di una prima tranche da 7,8 miliardi di dollari per aiutare la ricostruzione delle zone colpite dall’uragano. Washington ha già ottenuto tra l’altro l’autorizzazione a prelevare il quadruplo delle risorse necessarie delle riserve nazionali di greggio per far fronte alla crisi petrolifera nella regione, visto che il Texas è uno dei maggiori produttori tenuto conto che il prezzo al gallone, è aumentato di 40 cent in meno di 2 gg.

Il Direttore dell’Ufficio Bilancio della Casa Bianca, Mick Mulvaney, ha chiesto 7,4 miliardi per il fondo disastri della Fema che corrisponde alla protezione civile americana, e altri 450 milioni di dollari per attivare un circuito di credito alle piccole e medie imprese imprese per potersi risollevare. Il governatore del Texas, Greg Abbott, ha ipotizzato che, per poter affrontare i danni dal passaggio di Harvey, servirebbero subito 125 miliardi di dollari per riprendersi da Harvey.

Mentre si contano i danni nel continente, nell’Atlantico si sta sviluppandosi un nuovo uragano, Irma, che minaccia i Caraibi e, potenzialmente, gli Stati Uniti. Partita come tempesta tropicale, è stata elevata ad uragano categoria 3 ieri pomeriggio dal National Hurricane Center . Gli esperti meteo prevedono che Irma continui a rafforzarsi e a muoversi verso Puertorico e le Antille nei prossimi 5 giorni quando dovrebbe arrivare a categoria 4, nella stessa modalità di Harvey.

Piccola nota di sorriso, l’uragano ha costretto, nei giorni scorsi, Brian Foster, residente nella zona di Humble, a Huston, ad abbandonare la sua casa per via degli allagamenti. Cessato l’allarme e concessogli di rientrare ieri, ha trovato un ospite inaspettato. Un grosso alligatore si era comodamente sistemato nella sua sala da pranzo. Chiamate prontamente le autorità la casa è stata nuovamente evacuata e rimessa in sicurezza.

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