Le copertine di tutti i giornali del mondo sono dedicate a lui. A novantanni  è morto Fidel Castro, il padre della rivoluzione cubana. E come sempre quando si parla di lui, il mondo si spacca in due. Con lui o contro di lui ,con un tifo da stadio. Come da stadio, appena diffusa la notizia,  è stato l’assalto ai media e ai siti  cubani, subito andati in tilt.  Sui sociali gli hashtag si sbizzariscono. Fra i piu gettonati #Cubalibre, #Hastalavictoriasiempre, #HastasiempreComandante, #HonorygloriaFidel. img_3828Immediata la carrellata dei commenti dei capi di stato del mondo. Fra i nostalgici, il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, che posta le foto di Castro con Chavez  durante la rivoluzione cubana. Si lamenta per la “morte di un amico” il presidente del Messico Enrique Pena Nieto, mentre per Rafael Correa, presidente dell’Ecuador,  Fidel Castro è  “grande” e “Gigante”. Elogi anche dalla Russia. Per il presidente Putin  se n’è andato “un’amico sincero, simbolo della storia moderna”. E per Gorbaciov, addirittura, Fidel Castro “ha lasciato un segno profondo nella storia di tutta l’umanità”. Sulla stessa linea il presidente cinese Xi Jinpin: “Un compagno vicino e un sincero amico. La sua gloriosa immagine e i grandi risultati andranno nella storia”. Telegramma di cordoglio anche da Papa Francesco, che promette preghiere in sua memoria. Amen. Ma non tutti suonano la stessa musica. Con il suo stile inconfondibile, Trump non le manda a dire. “Dittatore brutale”  è la sua definizione che non lascia scampo.Ma il nuovo presidente guarda anche al futuro.”Mentre Cuba rimane un’isola totalitaria, è nelle mie speranze che la giornata di oggi segni il suo distacco dagli orrori sopportati troppo a lungo e verso un futuro in cui il magnifico popolo cubano viva finalmente nella libertà che merita”.

undefinedMa tra tutte queste voci, quella più vera, quella più credibile è la quella di Miami, la terra d’esilio dell’opposizione cubana. Qui la notizia della morte del lider maximo è stata immediatamente festeggiata. Nel cuore della notte, centinaia di persone si sono riversate in strada a Little Avana, al grido di “Cuba libre” e “El viejo murio’” . Per gli anticastristi, un vero e proprio grido di liberazione . La  “fine di un capitolo orribile della storia cubana” come dichiarato da Carlos Curbelo, deputato della Florida. Più cauto  Ramon Raul Sanchez, leader di Movimiento Democracia, che avverte  che la morte di Fidel “non significa il ritorno alla libertà per il popolo cubano”. Per la deputata Ileana Ros Lehtinenchi, invece, è l’occasione di fare punto e a capo.  “E’ morto un tiranno e finalmente può cominciare una nuova era. Dobbiamo cogliere il momento e aiutare a scrivere un nuovo capitolo della storia di Cuba, una Cuba libera”. Miami non dimentica. Mantiene la memoria. Solo la storia è la sola, autentica testimonianza di verità. E il caro Fidel non ce l’avrà con noi se riportiamo un po’ di storia, grazie al post su facebook di Mauro Zompa, nostro lettore:….”Nel 1953, dopo il fallito assalto alla Moncada, Fidel Castro venne condannato a morte ma il dittatore Batista, su richiesta del clero, abolì la pena di morte commutando la pena in quindici anni di carcere, poi ridotti a due. Naturalmente quando, nel 1959 , Fidel Castro prese il potere, la pena di morte fu reintrodotta, con buona pace di Amnesty International, dei verdi-arcobaleno, di rock no war, di Gianni Minà e dei radical-chic figli della rivoluzione. Ciao Fidel, insegna agli angeli ad uccidere 10.000 persone e diventare l’idolo di tutti i ritardati d’Europa. Un bel vaff… a chi lo rimpiange” .

Viva la resolucion….

E la vignetta di Buongiorno Miami “L’ultimo sigaro” è abbastanza significativa in questo:

lultimo-sigaro

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