Finiscono nel sangue le vacanze in Arkansas, il turista italiano stava raggiungendo in auto la moglie a Miami. La polizia indaga e si parla di un omicidio non casuale.

Carlo Marigliano, napoletano di 31 anni, era di passaggio a Little Rock, capitale dell’Arkansas, per raggiungere l’Arizona, stato dove vivono suoi cugini. L’intento probabilmente era quello di trasferirsi con la famiglia oltreoceano per garantire ai due figli di 8 e 2 anni e alla moglie una prospettiva migliore del futuro. Il destino ha voluto però (o forse la volontà di qualcuno) che dalla città che ha dato i natali all’Ex Presidente degli USA Bill Clinton, non ne uscisse più vivo. Qualcuno gli ha sparato.

Erano circa le 23.30 di venerdì 28 luglio, mentre era in auto ed era intento a fare manovra per uscire dal parcheggio degli appartamenti del complesso Berkley sulla Shackleford Road. Viene esploso un colpo, dritto alla testa e per il giovane italiano agente di commercio che come il padre aveva precedentemente lavorato come tassista, e poi come salumiere presso un esercizio commerciale, non c’è stato più nulla da fare. Morto sul colpo, il suv nero che aveva noleggiato ha terminato la sua corsa contro un muro, sfondandolo.

Di fronte ad una tale esecuzione, viene da domandarsi, perché Carlo Marigliano è stato ucciso con una modalità che sembra essere tipicamente il modus operandi della mafia? La polizia locale ancora non ha effettuato nessun fermo nei confronti di potenziali sospettati, aumentando l’alone di mistero sulla morte del ragazzo. Dalle prime dichiarazioni rilasciate dall’organo della polizia locale, Steve Moore, ufficiale di polizia ha dichiarato, a stampa e giornali, che l’indagine è ancora alle fasi iniziali e non è possibile rilasciare dettagli più precisi circa la dinamica dell’omicidio. Tuttavia girano voci tra gli investigatori che ci siano più di un indizio che porti a pensare la non casualità dell’omicidio. La vittima, avrebbe dovuto riunirsi nei giorni scorsi con moglie e figli a Miami per passare tutti insieme qualche giorno nella città magica. Tragedia questa, consumatasi dopo la visita in Arizona, che il continuo di un’escalation di sangue e violenza in una delle città tra le più violente degli USA.

Quello di Carlo purtroppo è il 37esimo omicidio dall’inizio di quest’anno, cinque i morti solo nell’ultima settimana. Una vera e propria mattanza che già lo scorso anno raggiunse la tragica cifra di 42 omicidi.

I familiari del giovane nei giorni scorsi sono arrivati a Little Rock. Il Padre Ciro è uno dei più noti tassisti napoletani della Consortaxi (famoso per alcuni scherzi ripresi e messi sul canale di YouTube) e ai microfono dei giornalisti racconta che il piano del figlio era quello di recarsi negli Usa con amici. Poi avrebbe seguito un altro percorso per andare ad incontrare dei cugini arruolati nel corpo di Polizia dell’Arizona. Il cugino Fabio Vizzaccaro davanti ai microfoni dell’emittente locale Thv1I ha affermato “Il popolo italiano, la mia famiglia, tutti vogliamo risposte, ci aspettiamo che le autorità locali facciano il possibile”. Naturalmente per fornire assistenza e per tutelare gli interessi della Famiglia Marigliano, la Farnesina, attraverso i funzionari del consolato a Houston, sta parallelamente seguendo il caso.

Seguiranno aggiornamenti sulla vicenda.

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