South Beach, Miami. Nell’immaginario collettivo sinonimo di luogo magico nel quale, personaggi -già di per sé- carismatici prendono forma. Irene Williams fu uno di questi.
Definita la Regina della Lincoln Road, nata nel 1917 in Revere, Massachusetts da famiglia ebrea, ha vissuto e lavorato a Miami Beach, come stenografa, dagli anni ’60 fino alla sua morte, avvenuta nel 2004. Soprannominata la regina dell’Outsider Couture si fece notare dall’intera Miami Beach per i suoi look accattivanti ed eclettici. I numerosi turisti che, incuriositi e sbalorditi, l’hanno vista camminare per la Lincoln Road, da una estremità nella quale abitava, all’altra, nella quale lavorava, hanno fornito ad Irene l’occasione ideale per mostrare la sua creatività e il suo individualismo, diventando così un’attrazione turistica auto-definita. Lo stesso Gianni Versace si complimentò per l’audacia nel vestire e nell’accostare i colori. Non sfuggì nemmeno agli occhi di Eric Smith, designer di New York, imprenditore e fondatore di E.G. Smith Socks, che rimase letteralmente folgorato da quel piccolo personaggio con il quale strinse una grande amicizia pluriennale. Le brillanti minigonne, i leggings, gli abiti, le calze color lavanda, verde o giallo limone: le sue mise erano impeccabili, dalla testa ai piedi. In particolare Irene adorava i cappelli, tutti rigorosamente in tinta con ogni capo del guardaroba. Ogni abito o accessorio doveva avere un filo armonico nel colore: dalla testa ai piedi in uno straordinario pendant. Addirittura usava ricoprire in tinta la sua valigia, che lei definiva “My purple Cadillac”, la mia Cadillac Viola”: una grande shopping-bag munita di rotelle, con la quale era solita spostarsi per la Lincoln Road. E se un accessorio non “filava” con il resto? Semplicemente lo dipingeva dandogli quella tonalità che lo metteva in accordo con l’outfit del giorno. Durante la sua vita ha progettato e creato più di 100 abiti e cappelli rigorosamente cuciti a mano utilizzando i tessuti più improbabili. Il Jewish Museum della Florida-FIU le ha dedicato un’esposizione dal 17 luglio al 5 novembre 2017 “ Irene Williams: Queen of Lincoln Road” in occasione del centenario, conservando le sue creazioni di moda, soprattutto cappelli, e memorabilia fra questi la sua typewriter di seconda mano. “Sono rimasto ipnotizzato nel capire quale raro personaggio ci fosse dentro quei vestiti” ha dichiarato Eric Smith che ha voluto quest’anno omaggiare Irene con un film, un corto, pluripremiato, in occasione di quel che sarebbe stato il suo 100mo compleanno. “Mi sembrava il modo giusto per includerla nella storia di Miami Beach” ha dichiarato. Fra i pezzi più curiosi creati da Irene ci fu il completo ideato a partire da tappetini, copri WC e teli da bagno di Pierre Cardin, indossato per posare per la famosa fotografa Annie Leibovitz che l’aveva notata e ne aveva apprezzato elettricità. Fa sorridere pensare che Irene accettò la proposta della Leibovitz a patto che la fotografa si impegnasse a retribuire la giornata di posa come ore di lavoro alla macchina da scrivere. Negli anni ’60 Orson Welles in persona, la assunse come stenografa mentre si trovava in città e lei stessa riferendosi alla sua persona si apostrofava come “la segretaria con la macchina da scrivere”.
L’opera di Smith punta a fissare l’immagine di questa attempata signora, china su se stessa per il peso dell’età nel brulicante paesaggio di South Beach Miami, affinché possa essere un esempio di come la propria creatività debba emergere fidandosi del proprio istinto e di ciò che ciascuno di noi è in grado di poter fare.

 

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