Primarie 2018, la Florida alle urne: primi risultati

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Martedì 28 agosto è stato un giorno di fuoco per la Florida. Non solo per l’estate che impazza ma anche perché ci sono state le primarie.

I seggi sono rimasti aperti dalle 7 di mattina alle 7 di sera. Ma prima di addentrarci nel panorama politico a stelle e strisce cerchiamo di fare un po’ di ordine:

Le primarie negli Stati Uniti d’America sono il processo elettorale in cui ogni partito determina il proprio candidato alla presidenza per le elezioni generali. Si vota in tutti i 50 stati delle federazione, compresi i territori di sovranità statunitense nell’arco di circa 5 mesi.

Quest’anno le votazioni in Florida si sono svolte prima del solito rivelandosi particolarmente significative per avere una primissima idea della direzione che sta prendendo il Paese, anche in vista delle elezioni di secondo mandato.

Le primarie decidono per ogni partito i candidati a Governatore della Florida, al Senato, quindi al Congresso (più altri candidati minori alla disperata ricerca di un posticino che li faccia anche solo sbirciare nel cosiddetto Olimpo della politica statunitense).

La corsa a Governatore della Florida vede impegnati i due fronti (repubblicani e democratici) e i reciproci contendenti.

Chi sono i Repubblicani:

Il tentativo di rimpiazzare l’attuale Rick Scott (che si è candidato al Senato) è giocato dal pupillo di Trump, Ron DeSantis (il quale ha ufficialmente l’appoggio del Presidente) e da Adam Putner.

Chi sono i Democratici:

Il cosiddetto centro-sinistra (se vogliamo chiamarlo così) è capitanato da Gwen Graham, precedentemente membro del Congresso. Appena dietro fanno capolino il Sindaco di Tallahassee Andrew Gillum, l’ex sindaco di Miami Beach Philip Levine e il businessman Jeff Greene. Una formazione che ricorda a grandi linee quella schierata nel 2016, De Santis VS Graham e una donna come mediano a far girare la palla al centro sinistra, purtroppo o per fortuna che si voglia, ben poco incisiva.

Poche file e molto veloci quelle di ieri fuori dai seggi. Qualcuno ha insinuato con una vena di sarcasmo che sia anche perché è martedì. E martedì la gente lavora. Ma non siamo qui per aizzare nessuna inverosimile teoria del complotto. A quanto pare, si vota di martedì perché i Padri Fondatori nel 1845 hanno pensato fosse il giorno migliore. Il lunedì non era possibile, troppa strada da fare fino ai seggi per chi non abitava in città. Il mercoledì era spesso giorno di mercato, quindi si è autoescluso. Il martedì è sembrato il giorno perfetto, escludendo i weekend sin dall’inizio in quanto avrebbero richiesto lavoratori disponibili e maggiormente pagati. E’ strano pensare come un Paese infondo così giovane sia spesso ancorato a leggi un po’…anacronistiche!

Alle 10.30 pm la situazione si è delineata abbastanza chiaramente:

il sindaco di Tallahassee Andrew Gillum

Ron De Santis (che ricordiamo sostiene la linea Trump), è ufficialmente il candidato dei Repubblicani. Si scontrerà con il sindaco di Tallahassee Andrew Gillum, che ha spiccato invece fra i candidati Democratici. L’agenda di Gillum è progressista e si tratta del primo candidato afroamericano a governatore.

Al Senato invece vincono incontestati il democratico Bill Nelson e il repubblicano Rick Scott.

Aspettiamo i dettagli per avere un quadro il più completo possibile anche e soprattutto della direzione che sta prendendo la Florida nell’attuale contesto politico.

 

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